Approccio metodologico

 

Psicoterapia cognitivo-costruttivista dell’età adulta

Psicoterapia cognitivo-costruttivista dell’età evolutiva

La Psicoterapia Sensomotoria

EMDR

 

 

 

 

Psicoterapia cognitivo-costruttivista dell’età adulta

We don’t see things as they are: we see things as we are (Anaïs Nin)
Nonostante lungo il mio percorso formativo sia entrato in contatto con diversi approcci terapeutici, il modello a cui faccio prevalentemente riferimento nella mia pratica clinica è quello cognitivo-comportamentale, in particolare nei suoi sviluppi costruttivisti e post-razionalisti (Guidano, Liotti, Mahoney).
Quest’ultimo approccio vede il paziente come unico e vero esperto di sé – in quanto è l’unico ad essere in contatto con il proprio mondo interno – e cerca di ricostruire le modalità attraverso le quali il paziente legge se stesso, la sua storia di vita ed il mondo. Il modo in cui le persone ricordano ed elaborano narrativamente le proprie esperienze, e il significato che ad esse attribuiscono, rappresentano quindi materiale di lavoro prezioso per il terapeuta costruttivista.
Lavorando principalmente nell’interfaccia tra aspetti cognitivi ed emotivi, l’obiettivo principale di questo tipo di terapia è quello di migliorare ed ampliare la consapevolezza di sé del paziente, del suo modo di funzionare e di vivere le relazioni con gli altri. In quest’ottica la relazione terapeutica è vista come strumento primario di esplorazione in cui il terapeuta – riferendosi alla teoria dell’attaccamento di John Bowlby – riveste il ruolo di base sicura, una sorta di “supervisore” in grado di facilitare l’indagine dei pensieri e delle emozioni del paziente in un contesto empatico e non giudicante.

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Psicoterapia cognitivo-costruttivista dell’età evolutiva

Ciascuno cresce solo se sognato (Danilo Dolci)
Il terapeuta costruttivista si avvicina al bambino e alla sua famiglia nel tentativo innanzitutto di restituire un senso al loro disagio, e di orientarli verso modalità di relazione più efficaci e dotate di maggiori potenzialità evolutive. Il sintomo, così come ogni altra manifestazione emotiva e comportamentale del bambino, va letto e trova significato solo all’interno di quel particolare sistema familiare, e di quella particolare relazione reciproca di attaccamento/accudimento.
Per questo, secondo la prospettiva fornita dalla teoria dell’attaccamento, l’ottica con cui mi avvicino al bambino e alla sua famiglia – e questo risulta tanto più appropriato quanto minore è l’età del bambino – è un’ottica tri-generazionale. I genitori sono posti al centro dell’attenzione terapeutica da un duplice punto di vista: da un lato, l’analisi e la gestione diretta della relazione di attaccamento/accudimento in atto tra la coppia genitoriale e il bambino, dall’altro l’indagine di aspetti significativi della storia personale dei genitori e delle loro famiglie d’origine (Lambruschi, 2014).
Il setting terapeutico, dunque, è strutturato in maniera diversa a seconda delle esigenze: può prevedere, quando possibile, momenti di interazione/osservazione dell’interno nucleo familiare (soprattutto nelle fasi iniziali di assessment); percorsi individuali con il bambino; interventi specifici sulla relazione madre-bambino; sedute di parent-training con uno o entrambi i genitori. In alcune circostanze – in particolare nel caso di problematiche legate all’ambiente scolastico – sono previsti anche colloqui con gli insegnanti.

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La Psicoterapia Sensomotoria

The body keeps the score (Bessel van der Kolk)
I traumi possono portare a una gamma sconcertante di sintomi: emozioni di paura, vergogna e rabbia, ottundimento emotivo, sensazioni e immagini intrusive, disregolazione emotiva e convinzioni negative riferite al sé. I risultati delle ricerche più recenti indicano che i traumi sono per lo più “ricordati” a livello non verbale, e riesperiti sotto forma di sensazioni fisiche che a loro volta fanno emergere intense emozioni traumatiche di terrore e di impotenza. Le tecniche tradizionali di elaborazione narrativa possono certamente essere utili, ma talvolta non bastano a risolvere gli effetti somatici dei traumi.
“Il tuo corpo ha sempre saputo quello che la tua mente non sa […] Il tuo corpo ha sempre sostenuto in gran parte il peso delle tue paure e delle tue battaglie interiori, incassando i colpi a cui la tua mente non vuole o non può reggere”, scrive Paul Auster in “Diario d’inverno”. La Psicoterapia Sensomotoria propone semplici interventi orientati al corpo per seguire, etichettare ed esplorare in sicurezza la disregolazione del sistema nervoso autonomo causata dal trauma, creando nuove competenze e ripristinando un senso somatico del sé. Nella pratica clinica viene riservata una marcata attenzione alla consapevolezza e ai movimenti corporei, a come aiutare i pazienti a diventare consapevoli dei loro corpi, ad insegnare loro a seguire le sensazioni fisiche e ad implementare azioni fisiche che promuovono l’autostima e la competenza. Nell’esplorazione compiuta all’interno del setting imparano anche a monitorare come le loro sensazioni fisiche, le posture e i movimenti fisici condizionano i loro stati emotivi e influenzano le loro convinzioni, nonché le parole e i contenuti che utilizzano e condividono in terapia. Questo approccio incorpora attivamente e in modo sostanziale gli aspetti somatici all’interno della terapia, fornendo un approccio mente-corpo fortemente unificato.
Per saperne di più:
http://www.psicosoma.eu/risorse.htm
http://www.sensorimotorpsychotherapy.org/home/index.html
Ogden, P., Minton, K. e Pain, C. (2006). “Trauma and the body”. New York: Norton.
Van der Kolk, B. (2015). “Il corpo accusa il colpo”. Raffaello Cortina Editore.

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EMDR

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un trattamento psicoterapeutico che facilita la risoluzione di sintomi e del disagio emotivo legati a esperienze di vita stressanti e traumatiche.
 Negli ultimi anni ci sono stati più studi e ricerche scientifiche sull’EMDR che su qualsiasi altro metodo usato per il trattamento del trauma e dei ricordi traumatici. L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD) che per i traumi di minore entità.
L’EMDR è un approccio complesso ma ben strutturato che può essere integrato nei programmi terapeutici aumentandone l’efficacia. Considera tutti gli aspetti di una esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Questa metodologia utilizza i movimenti oculari, o altre forme di stimolazione alternata destra-sinistra, per ristabilire l’equilibrio eccitatorio-inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. Si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione.
Per saperne di più:
http://emdr.it/
Shapiro, F. (2000). “EMDR”. Milano: McGraw-hill.
Croitoru, T. (2015). “EMDR revolution. Cambiare la propria vita un ricordo alla volta”. Mimesis Edizioni.

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